Bevande vegetali, una tendenza in crescita
Le bevande vegetali hanno guadagnato negli ultimi tempi uno spazio crescente nella spesa dei consumatori italiani, anche per la diffusione di intolleranze ed allergie. Un’indagine fotografa questo mercato ed evidenzia nel nostro paese una tendenza in aumento.
L’indagine
Digeribilità, gusto, apporto di vitamine e fibre. Sono le ragioni che spingono sempre più italiani a scegliere il latte vegetale in alternativa a quello tradizionale. È il dato che emerge da una recente indagine condotta dal marketplace Everli nel mese di febbraio, secondo cui il latte di mandorla è tra le categorie più amate dai consumatori italiani per il suo profilo nutrizionale equilibrato e il basso contenuto calorico. Il 78% del campione l’ha provato almeno una volta e più di un intervistato su dieci lo consuma più spesso della versione tradizionale.
La crescita del mercato nel nord Italia
Il quadro geografico dei consumi si differenzia sensibilmente: le province italiane in cui si spende di più per l’acquisto di latte vegetale sono Torino, Milano e Roma, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto della classifica delle top 10. 6 su 10 optano per il latte di mandorla, mentre le altre 4 preferiscono l’estratti di frutta esotica. Nella classifica sono inclusi anche le bevande vegetali senza zuccheri o in versione light.
Una scelta salutare (anche per il pianeta)
Ma quali sono le motivazioni che spingono i consumatori ad avvicinarsi al latte vegetale? Il campione intervistato riporta diversi fattori, come la curiosità (40%), una maggior digeribilità (35%), o l’aspetto legato alla salute (22%). Il latte vegetale risulta più digeribile di quello tradizionale per il 35%, più sano per il 22%, più gustoso per il 20%. L’11% compie questa scelta per ridurre il contenuto calorico della propria dieta.
Un altro aspetto, non direttamente rilevato dall’indagine, riguarda la consapevolezza da parte dei consumatori rispetto all’ambiente: un acquisto che diventa anche scelta di responsabilità. Come afferma la Oxford Business Review, le emissioni di carbonio per produrre latte vaccino sono 36 volte quelle del latte di soia. Oltre ad una perdita di biodiversità per le vaste colture utilizzate per alimentare le mucche, questa produzione dovrà affrontare in futuro anche la scarsità d’acqua sul pianeta. Un contesto che avrà bisogno di sempre maggiori alternative.
FONTE: Everli